Ganzo: "persona furba, scaltra [...] frequente in esclamazioni ammirative per l'abilità, la capacità o bravura dimostrata da qualcuno [...] che suscita ammirazione, stupore e simpatia per le sue qualità o caratteristiche [...] anche con riferimento a oggetti particolarmente ingegnosi o originali".
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In Toscana aleggia perennemente un'aura di antichità, che, alcune volte certo rischia di farla puzzare di naftalina, ma che più spesso le conferisce quella patina tipica degli oggetti storici, di tutto ciò che ha alle spalle un passato e innumerevoli vicende straordinarie da raccontare. Questa patina del tempo non ricopre solo i monumenti, le vecchie armature o i portoni di quercia dei palazzi nobiliari, ma riveste anche, e forse più di ogni altra cosa, il linguaggio.
In nessun posto d'italia come in Toscana sopravvivono imperterrite espressioni antiche, spesso desuete, ma che conservano quella pienezza di significato che solo una meravigliosa lingua come l'italiano poteva annoverare nel proprio Vocabolario. La parola "Ganzo", tra queste, è forse una delle più particolari e ricche di sfumature; secondo la definizione accademica è, in breve, un modo per riassumere con una sola parola, tutta una serie di caratteristiche legate alla furbizia, alla scaltrezza o alla finezza di spirito. Inoltre, nella lingua parlata, viene usata anche per riferirsi ad oggetti ingegnosi o fatti particolarmente sorprendenti.
La realtà però, come spesso succede, è molto più complessa e va ben oltre ciò che si potrebbe mai immaginare.
"I' Ganzo", (letteralmente il Ganzo), cioè colui che si fregia di questo titolo alla stregua di un Principato o di una Contea, è un individuo la di sopra degli umani destini, una sorta di semidio che si concede una passeggiata tra noi comuni mortali, per donarci un po' della sua "ganzitudine" o "ganzezza", che dir si voglia.
Questo essere quasi etereo, ma affatto mitologico, incarna in sé tutti quei tratti somatici e caratteriali che solo la bella vita di italico costume può concedere. Il ganzo è colui che ha probabilmente inventato la camminata da duro con alle spalle una gigantesca esplosione, le decappottabili rosso fuoco, i sigari invecchiati e il caffè espresso. Vi sono perfino antiche testimonianze che attribuiscono al Ganzo la paternità del Jazz, dello Swing e del Blues, ma ahinoi, questi antichi documenti sono andati quasi certamente perduti o giacciono nel caveau segreto di qualche potente oligarca.
Quel che è certo però, è che il Ganzo, oltre ad avere la paternità di tutto ciò che c'è di bello, buono e cool su questa Terra, possiede inoltre la straordinaria capacità osmotica della Ganzità. Egli è infatti in grado di trasferire per osmosi, a oggetti inanimati, questo suo potere sovrannaturale. In parole povere, tutto ciò che il Ganzo tocca, crea o fa, è ganzo a sua volta.
Se il Ganzo fosse un artigiano, un architetto o un pittore, i suoi oggetti, le sue costruzioni e i suoi dipinti, sarebbero senza eccezione alcuna, inesosabilmente ganzi. D'altronde non è certo un caso che questa parte d'italia abbia dato i natali ad alcuni degli uomoni più ganzi della storia: da Leonardo Da Vinci a Lorenzo "il Magnifico" che, a quanto pare, a corte chiamavano Lorenzo i'Ganzo.
Vien da sé che in una città come Firenze, con una storia così straordinaria alle spalle, di cose e uomini ganzi, uno studio messo su da giovani designer italiani, ambiziosi e decisamente ganzi (?), debba necessariamente adottare come nome questa affascinante espressione. Essa ne riassume l'energia e la voglia di emergere dalla monotonia di chi si prende troppo sul serio, nonché il suo profondo legame con la storia di questo Paese e con la sua gente; non la storia polverosa, austera e retrograda, bensì quella animata della volontà creatrice che ha reso grande l'Italia del Rinascimento.
Ecco spiegato il perché del nostro nome.